di Andy Mocellin Cassina
Nelle milonghe di Buenos Aires il dj non è così “ideologizzato” come in Italia: qui si deve mettere il “Tango”, con la T maiuscola.
Quello ben conosciuto delle grandi orchestre: non possono mancare, in una serata, Di Sarli , D’Arienzo, Troilo, Pugliese, Calò, Tanturi,
Qui non esistono cortine ballabili
All’inizio di ogni brano non si comincia a ballare ma si fanno trascorrere quei 30 o 40 secondi di musica che permettono di scambiare qualche parola, rilassarsi, capire che ritmo o che canzone sia, per poi tornare nell’abbraccio. Alla fine della “tanda” la “cortina” fa tornare tutti al tavolo. Qui non esistono “cortine ballabili”.
Milonguero o salon? Basta la musica della “Epoca de oro”
La musica che si propone è il tango, quello classico soprattutto della “epoca de oro” dal 1935 al 1950 circa, le varianti musicali tra serate “milonguere” o “salon” sono minime .
Mentre in Italia si tende a mettere brani ricercati, difficili da trovare che spesso sono caratteristica di questo o quel dj, qui, invece, viene proposta la musica conosciuta, per ballarla al meglio. La differenza tra una serata più “milonghera” o più “salon” la fa il tipo di organizzazione, non il dj.
La differenza la fa l’organizzazione, non il dj
Nelle milonghe di Buenos Aires a metà serata c’è quasi sempre un intermezzo di “boogie ” oppure di “salsa e cumbia”, balli che qui quasi tutti sanno ballare benissimo. A volte si balla anche la “chacarera” e lo spettacolo per il turista di passaggio è assicurato, perché questo è il ballo folcloristico nazionale e gli argentini lo vivono con tutto l’orgoglio.
E l’ultimo tango a La Viruta
Si balla fino a molto tardi. Ma si fa davvero tardissimo nel locale simbolo di chi proprio non vuole chiudere la serata: La Viruta, dove dopo le quattro si entra gratis. E dove puoi bere “caffè con leche” e si possono mangiare un paio di “medialunas” . Prima di tornare a casa che è già l’alba.